NOBILTA’ UFFICIALE
In ogni nazione la nobiltà è una classe sociale privilegiata, formalmente riconosciuta da uno stato sovrano, che indica l'insieme dei soggetti che ne beneficiano in via ereditaria.
Con riferimento a quest'ultima accezione, lo storico Marc Bloch definisce "nobiltà" la classe dominante che abbia uno statuto giuridico suo proprio, che confermi e materializzi la superiorità che per meriti essa pretende.
Tutt’oggi negli stati monarchici, tramite nomina con Regio Decreto, l’accesso alla nobiltà è aperto anche a nuovi soggetti che si siano infatti distinti per meriti verso il sovrano o la nazione.
Il governo retto dalla nobiltà è chiamato aristocrazia.
Repubblica Italiana
Il primo comma della XIV disposizione transitoria dell’attuale costituzione repubblicana, sancisce che i titoli nobiliari non sono riconosciuti (dato che il Presidente di una Repubblica non può conferirne di nuovi, essendo prerogativa Regia).
Si noti però che tale disposizione non è negativa nei confronti dell’aristocrazia, dato che infatti lo stato:
1)-non vieta l’uso dei titoli nobiliari in atti privati.
2)-riconosce e tutela giuridicamente i predicati nobiliari (poggianti su un titolo di origine feudale), come infatti sancito del secondo comma della XIV disposizione transitoria dell’attuale costituzione repubblicana, per il quale i predicati feudali esistenti prima del 28 ottobre 1922 vanno come parte del nome.
La Repubblica Italiana quindi (su richiesta dell’avente diritto), entra formalmente nel merito delle prove presentate, accertando la spettanza all’uso del predicato con sentenza della magistratura ordinaria.
Il Ministero dell’Interno infine emana la nuova carta di identità col predicato aggiunto al cognome dell’avente diritto.
La prova provata che oggi Repubblica Italiana riconosce lo status storico -nobiliare, e quindi la distinzione sociale delle famiglie nobili che hanno cognomizzato sulla carta di identità il proprio predicato feudale (ai sensi delle disposizioni costituzionali).
Per intenderci il predicato feudale (poggiante su un antico titolo nobiliare) era la località geografica sulla quale un casato esercitava storicamente i poteri feudali.
Esempi di predicato nobiliare sono:
- Luca Cordero di Montezemolo(il predicato è di Montezemolo, ovvero marchesi di Montezemolo).
- Camillo Benso di Cavour(il predicato è di Cavour, ovvero conte di Cavour).
Regno d’Italia
Col Regno d’Italia (4 maggio 1861-18 giugno 946), la nobiltà Italiana era invece disciplinata dall'art. 1,2,3,4 del Regio Decreto del 7 giugno 1943 n. 651 dell'ultimo ordinamento del Regno, in materia nobiliare, recitava:
Art. 1. E' attributo della Sovrana Prerogativa del Re Imperatore:
a) stabilire norme giuridiche aventi forza di legge per l'acquisto, la successione, l'uso e la revoca dei titoli, predicati, qualifiche e stemmi nobiliari;
b) concedere nuovi titoli, predicati, qualifiche e stemmi nobiliari; rinnovare titoli e predicati, estinti per mancanza di chiamati alla successione; sanare le lacune e le deficienze nella prova di antiche concessioni o nel passaggio dei relativi titoli e predicati; autorizzare l'accettazione di titoli, predicati e qualifiche nobiliari concessi a cittadini italiani da Potenze estere;
c) decretare la perdita delle distinzioni nobiliari o del diritto a succedervi o la sospensione del loro uso. Le norme giuridiche in materia nobiliare sono emanate mediante decreti Reali controfirmati dal Capo del Governo. Esse sono inserite nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti e dell'avvenuta inserzione si dà annuncio nella Gazzetta Ufficiale, la quale provvede in pari tempo alla pubblicazione dell'atto inserito.
Art. 2 -i titoli, i predicati, le qualifiche e gli stemmi nobiliari sono mantenuti a coloro che vi hanno diritto in conformità delle norme vigenti e si acquistano per successione.
Art. 3- Sono concessi dal Sovrano i titoli di Principe, Duca, Marchese, Conte, Visconte, Barone e Nobile. Sono riconosciuti, oltre quelli sopracitati, se derivano da antiche concessioni, anche i titoli di Signore, Cavaliere ereditario, Patrizio e Nobile di determinate città. Il titolo di Nobile è comune agli insigniti di ogni altro titolo.
Art 4. – (Dei provvedimenti nobiliari): i provvedimenti nobiliari sono o di Grazia o di Giustizia.
I Provvedimenti di Grazia sono presi o Motu proprio o su proposta del Duce del Fascismo, Capo del Governo, ed emanati per decreto Reale seguito da Regie Lettere Patenti; quelli di Giustizia sono emanati per decreto del Capo del Governo.
I provvedimenti nobiliari emanati mediante Decreti Reali sono controfirmati dal Capo del Governo, registrati alla Corte dei Conti, trascritti in apposito registro nel Regio Archivio di Stato di Roma e conservati in originale nell'Archivio della Consulta Araldica.
La Consulta Araldica fu un collegio istituito dal Regno d'Italia nel 1869 per dare pareri al governo in materia di titoli nobiliari, stemmi e altre pubbliche onorificenze, che divenne il massimo organo consultivo (non giurisdizionale) in campo araldico dell'ordinamento monarchico italiano.
Alcune funzioni della consulta relative all'araldica civica e degli altri enti pubblici sono, nell'Italia repubblicana, competenza del dipartimento del Cerimoniale di Stato della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Santa Sede
La Santa Sede, o Città del Vaticano, ufficialmente Stato della Città del Vaticano.
La città-Stato, venne creata il 7 giugno 1929 con i Patti Lateranensi, firmati l'11 febbraio dello stesso anno tra Benito Mussolini e il cardinale segretario di StatoPietro Gasparri, rispettivamente i rappresentanti del Regno d'Italia e della Santa Sede, è un'enclave nel territorio della Repubblica Italiana, inserita nel tessuto urbano della città di Roma. Nello Stato vige un regime di monarchia assolutateocraticaierocraticaelettiva di tipo patrimoniale, con a capo il Sommo pontefice della Chiesa cattolica. La lingua ufficiale è l'italiano, mentre il latino è la lingua ufficiale della Santa Sede.
In origine la nobiltà pontificia fu una classe sociale privilegiata della città di Roma e del suo contado dall'epoca medievale sino alla fine dello Stato Pontificio.
La nobiltà venne ufficialmente integrata in quella nazionale nel 1870 con l'annessione dello Stato della Chiesa al neonato Regno d'Italia, anche se una parte dell'aristocrazia romana (la cosiddetta "Nobiltà nera") decise di continuare a rimanere fedele al pontefice anche durante gli anni di strenua opposizione tra il papato e lo stato italiano.
Ogni nobile romano che deteneva dei possedimenti o dei feudi nel territorio facente parte della Stato della Chiesa era tenuto a prestare giuramento al pontefice, pratica che successivamente venne quasi del tutto abolita, seppur riuscì a permanere per lungo tempo la presenza di una nobiltà feudale attaccata ai propri possedimenti terrieri.
La religione era esclusivamente quella cattolica.
La nobiltà romana è suddivisibile in quattro macro-categorie:
Famiglie papali, le famiglie che sono divenute nobili per aver avuto uno o più papi in famiglia
Nobiltà pontificia, le famiglie nobilitate dalla corte pontificia
Famiglie principesche, le più alte ed influenti famiglie della nobiltà romana, tutte col rango di principe, molto spesso derivanti dalle antiche famiglie baronali romane che ebbero grande influenza nel medioevo
Marchesi di baldacchino, famiglie marchionali romane particolarmente influenti perché godenti di un feudo con effettiva giurisdizione, e poi di alte cariche nella Corte pontificia
Famiglie nobili o feudatarie, le altre famiglie della nobiltà romana, appartenenti al patriziato dell’Urbe, spesso ricoprivano la carica di conservatori ed avevano ruoli di dignitari nella Corte pontificia.
Patrizi Sabini, le famiglie riconosciute nel patriziato sabino ovvero nei territori del lazio spesso coincidenti con le stesse famiglie che avevano raggiunto nei rami primogeniti il rango principesco o marchionale.
Oggi la Santa Sede riconosce come nobili le famiglie che abbiano i seguenti requisiti:
1-Famiglie che diedero Papi alla Chiesa Cattolica Romana.
2-Famiglie nobilitate dai Sommi Pontefici nel corso dei secoli, con motu proprio, bolla pontificia, o breve pontificio.
3-Famiglie che ricevettero l'Ordine della Milizia Aurata o Speron d'Oro, in anni anteriori al 1841, quando tale milizia equestre era ancora il Titolo di rango e nobilitazione della Santa Sede, ovvero conferito su prove di nobiltà e conferente la nobiltà ereditaria.
4-Famiglie facenti parte del Corpo della Guardia Nobile Pontificia, fino alla riforma di Paolo VI del 1968.
5-Famiglie nobili ricevute tra i cavalieri dell'Ordine Piano.
6-Famiglie nobili facenti parte del Corpo dei Gentiluomini di Sua Santità.
7-Famiglie nobili facenti parte del Corpo dei Parafrenieri Pontifici-Sediari Pontifici di Sua Santità.
8-Famiglie che hanno avuto un riconoscimento nobiliare dal tribunale ecclesiastico.
Sacro Militare ordine Costantiniano di San Giorgio
E’ un ordine religioso cavalleresco nobiliare di collazione, da ultimo legato alla casata dei Borbone-Due Sicilie.
Le sue origini vengono tradizionalmente fatte risalire all'imperatore Costantino, dal quale sarebbe stato costituito dopo la vittoria contro Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio, successo ottenuto grazie al favore divino manifestatosi con l'apparizione in cielo della croce accompagnata dalla scritta “In hoc signo vinces”. È perciò considerato il più antico ordine cavalleresco della cristianità, nonché il più antico in assoluto.
L'Ordine si propone la glorificazione della croce, la propagazione della fede cattolica, e la difesa della Chiesa apostolica romana, cui è strettamente legato. Condizione necessaria infatti per divenire membri dell'Ordine è professare la religione cattolica apostolica romana.
L'Ordine, inoltre, si propone anche di dare il suo maggior contributo d'azione e di attività alle due grandi opere eminentemente sociali dell'assistenza ospedaliera e della beneficenza.
Attuale Gran Maestro dell’ordine è S.A.R. Pietro di Borbone Due Sicilie, che gode del riconoscimento della corona spagnola.